Past events
Vinicio Capossela's talk and concert at Leeds are reviewed in Italy
Italian journalist Stefano Salis reviews the Leeds talk and concert by Vinicio Capossela in the cultural pages of the financial newspaper Il Sole 24 Ore (Sunday, 3rd February 2013).
Vinicio Capossela lectures Leeds
VINICIO SINGS THE CLASSICS (Stefano Salis, writing in Il sole 24 ore, Sunday 3rd February 2013)
'I'm attracted to the marvellous, to marvels. They form a thread that runs right through my work'. Stories, myths, sea-creatures, heroes, sinners, animals, ships, prophets, and - obviously - great writers, provided, of course, that they have about them that element of the marvellous which reaches out to the extraordinary, and makes others reach out to it, and that they retell to their audience: readers and listeners alike. Vinicio Capossela explains the relationship between literature, images, and music which runs through his work to an audience of students, lecturers, and fans. He's speaking in Leeds, at Opera North's Howard Assembly Room - a concert hall, somewhere between a cathedral and a museum - and he has come here on the invitation of the Head of Italian at the University of Leeds, Gigliola Sulis, as part of a programme called 'LivItaly', which is attracting to Yorkshire some of the leading figures on the contemporary Italian cultural scene. Until now these visitors have nearly all been writers, linked to a project on contemporary Italian crime fiction, from Massimo Carlotto - who has even set one of his novels here in Leeds, and who'll be back in April -, to Marcello Fois, and from Giancarlo De Cataldo to Giorgio Faletti.
But this doesn't mean that Capossela is an exception. Far from it! He's a writer of fiction and, in addition, he is a songwriter. This lesson on the way in which his songs are threaded through with epic, magic, literary culture is just the prelude to a project which will soon be launched and which, under Sulis' leadership, will involve a number of scholars from universities scattered across Europe. The project will approach Capossela as a serious object of research, and will lead to detailed and in-depth studies of the literary references and textual allusions in his songs, and of the unique path that he beats in the field of contemporary Italian music. Capossela permeates his texts - particularly the songs of his album Marinai, Profeti e Balene (Sailors, Prophets, and Whales) which marks the most mature achievement of his artistic career to date - with a broad series of references. It would be easy to cite Melville and Conrad, or the Odyssey and Dante; less obvious are the echoes that come through, in almost-quotations and scattered echoes, from Guido Ceronetti's translations of biblical passages into Italian, or from Pavese's 'corrupt' Italian translation of Melville, not to mention Kavafis, Céline, Borges, Coleridge, Poe, and the wonderfully refined work that is Jules Michelet's The Sea.
'Sometimes, all I have to do is to give voice to the songs that are already there, lying silent within these books', explains Capossela. In others, though, the literary and linguistic skill involved is much more significant, more than in the work of many contemporary prose-writers. In his songs meditations on destiny and on error ('one of the truest manifestations of our identity'), metaphors for our very existence, the epic and mythical material typical of the literary classics are all brought within touching distance of an audience which most likely would be unmoved by them if they existed simply on paper, or which might simply be oblivious to them. Capossela's 'magic power' lies in the way in which his brief stories reflect others which are longer and more drawn-out, the tales on which the whole of Western culture hinges. The most complex thing - and the most beautiful - is that Capossela does not simplify, far less banalize; rather, he challenges the listener to delve beneath the surface.
At the end of his talk Vinicio takes off his teacher's hat and returns wearing that of the singer for a concert that lasts an hour and a half, accompanied by the theremin and sound effects of Vincenzo Vasi. But it's easy to write about this, and there's no need to be a scholar to understand that what's important here is to put on a show that is convincing, moving, amusing and thought-provoking. It's enough simply to sit back and enjoy it.
(Trans. Claire Honess)
Stefano Salis, Il Sole 24 Ore, 3 febbraio 2013
«Sono attratto dalla meraviglia, anzi dalla maraviglia, come diceva il poeta: questo è il filo che percorre il mio lavoro». Storie, miti, mostri marini, personaggi eroici, grandi peccatori, animali, barche, profeti e, ovviamente, grandi scrittori: purché abbiano un elemento che meravigli, che colga e faccia cogliere l'inusitato nelle loro vicende e lo ri-racconti al pubblico, che ascolti o che legga cambia poco. Vinicio Capossela spiega il rapporto tra letteratura, immaginario e musica che attraversa il suo lavoro a una platea di studenti universitari, di docenti e di semplici appassionati della sua arte. Parla nella Howard Assembly Room - sala da concerto a metà strada tra la cattedrale e il museo - della Opera North di Leeds. È venuto fin qua su invitato dalla direttrice del dipartimento di italianistica dell'Università, Gigliola Sulis, nell'ambito di un programma che si chiama «LivItaly», che porta nello Yokshire personalità della cultura contemporanea italiana. Finora quasi tutti scrittori: da Carlotto - che proprio qui a Leeds ha ambientato un suo romanzo e che tornerà in aprile - a Fois, da De Cataldo a Faletti (tutti all'interno di un progetto sul giallo italiano).
Ma Capossela non è un'eccezione. Al contrario: scrittore in prima persona, in più ha dalla sua le sue canzoni. E la lezione su come esse siano impregnate di cultura epica, magica e letteraria, è il primo passo di un progetto che partirà a breve e che, diretto da Sulis, coinvolgerà diversi docenti universitari sparsi per l'Europa. L'idea è quella di "prendere sul serio" Capossela, dedicando studi precisi e approfonditi ai riferimenti letterari, alle rese testuali nelle canzoni, al suo percorso unico nel panorama della musica contemporanea italiana. Capossela fa filtrare nei suoi testi un'ampia serie di riferimenti, soprattutto nel lavoro Marinai, Profeti e Balene, che segna il punto più alto di maturità nella sua carriera artistica. Facile citare Melville e Conrad, o l'Odissea e Dante, meno scoperta è la mediazione che arriva, in criptocitazioni e assonanze riprese qua e là, del grande codice biblico, rivisto da Ceronetti, della lingua di Melville "sporcata" da Pavese, e poi Kavafis, Céline, Borges, Coleridge, Poe, ma anche quello splendido testo-catalogo raffinatissimo che è Il mare di Michelet.
«In qualche caso mi limito a far suonare le canzoni che sono già lì, giacciono mute nei libri», spiega Capossela. In altri la perizia linguistica e letteraria è ampia, più che in molti prosatori contemporanei. Le meditazioni sul destino, sull'errore («una delle più sincere manifestazioni della nostra identità»), le metafore che i testi sono delle nostre esistenze, la materia epica e mitica tipica dei classici letterari è così avvicinata, nelle sue canzoni, a un pubblico che, probabilmente, non vi si affezionerebbe solo leggendoli o non li conoscerebbe del tutto. La grande capacità di "persuasione occulta" di Capossela è questa: nelle sue brevi storie si riflettono altre più lunghe e distese, le narrazioni-cardine della nostra cultura. Il difficile, e il bello è che Capossela non semplifica o banalizza; anzi, sfida l'ascoltatore a non accontentarsi della superficie.
Alla fine della lezione, Vinicio smette i panni del professore e ritorna in quelli del "cantante". Un concerto di un'ora e mezza, accompagnato dal theremin e dagli effetti di Vincenzo Vasi. Ma di questo è facile parlare, e non c'è bisogno di essere accademici per capire che si tratta sempre di uno spettacolo che convince, emoziona, diverte e fa pensare. Basta farsi conquistare, ancora una volta.